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Autore Topic: [STORY] Come neve...  (Letto 31 volte)
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Bregan D'Aerthe CEO


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« inserito:: Settembre 24, 2024, 08:31:11 am »

DISCLAIMER - NON LEGGERE LA PARTE NASCOSTA SE NON SI VOGLIONO SPOILER DI CAMPAGNA


♪♫♪♪ soundtrack ♪♫♪♪


La riunione era finita da qualche tempo, ormai era piena notte, un momento indistinto nel tempo equidistante dal tramonto e l'alba più vicina.
Dinnanzi agli occhi di Chrunadh si ripetevano con cristallina chiarezza gli eventi delle ultime ore, cui aveva assistito impotente.
Dopotutto, era solo un simulacro, si dovette ripetere, non senza una punta di stizza.
Di prima aveva registrato le reazioni dei tre più fidati consiglieri di Cruinne nel vedere la manifestazione fisica del Giuramento delle Mani Intrecciate, il supremo giuramento di amicizia ancestrale che lui e il più giovane lord avevano stretto anni addietro nonchè necessario prologo alla presentazione che il Lord d'Autunno fece del simulacro di Chrunadh, la Tempesta che Avanza, cui seguì una successiva lunga e dettagliata spiegazione del suo piano d'azione per eliminare i traditori.
L'aveva visto attendere per lunghissimi secondi sospesi, sperando che il patto e le sue successive  parole bastassero ai tre per credere nella sua buona fede.
Risa, Sir Timcheallair ed Ergie (grande assente Kozel, attualmente in missione), rimasero in silenzio per lunghi istanti.
Risa non era sembrata sorpresa, dichiarando di aver sempre sospettato che il rapporto di Cruinne con la Tempesta che Avanza trascendesse quello diplomatico; Sir aveva rincarato sottolineando come trascendesse "quello professionale  Roll Eyes" facendo morire l'ovvia allusione "da satiri" sotto lo sguardo severo che ricevette dal simulacro. Allusione definitivamente spazzata da Ergie, che pragmaticamente aveva chiosato dicendo che qualsiasi cosa loro avessero sospettato erano grati delle spiegazioni di Cruinne, e che il Lord della Neve godeva della loro piena fiducia.  
Risa aveva annuito, pur restando preoccupata all’idea del simulacro; Sir aveva acconsentito molto più reticentemente, guardando torvo l'imponente effige della Tempesta che Avanza che lo fissava silenzioso; solo Ergie aveva dato un apporto incondizionato una volta che tutto le era stato spiegato.

A quel punto erano stati richiamati anche Thora e Eren dalla Corte Unseelie, con una equivalente spiegazione.
La focosa brijidine e il giovanissimo ghaele erano stati raggianti di scoprire del ritorno di Cruinne, che consideravano da tempo un amico, un pò meno nel sapere che del loro lord ancora non c'era traccia e che quello che li aveva accolti era solo un simulacro.
Un simulacro talmente ben fatto che li aveva bellamente fregati.
Avevano, però, accettato con entusiasmo il piano di Cruinne, un poco meno gli interventi che si erano inframezzati da parte dei tre consiglieri della Corte d'Autunno che avevano ancora molti anni di risentimento non chiarito a sedimentare.
Ne era scaturita una discussione lunga e tediosa, che aveva lasciato Cruinne spossato; quando i toni si erano fatti troppo caldi, il sidhe l'aveva dovuto bloccare al suo primo tentativo di intervento -e sapeva quanto fosse costato a Cruinne dargli ordini diretti- perché, come sempre più saggiamente di lui, il sidhe sapeva che qualsiasi cosa avesse detto la Tempesta che Avanza sarebbe stata interpretata nel peggiore dei modi.
Ma evidentemente fermarlo non era bastato a sedare le polemiche.
Anzi, a peggiorare le cose c'era stata l'irruzione improvvisa di Krot, che aveva dato degli idioti a tutti i presenti (Lord esclusi, aveva poi specificato) commentando che se volevano litigare, allora tanto valeva che lasciavano libero Cruinne di andare dove voleva invece di legarlo a loro e al suo dovere.
Risa e Sir l'avevano guardato male, e nel suo successivo tentativo di dettagliare meglio quanto detto Krot era stato ampliamente insultato da Sir; aveva evitato di essere scacciato di malagrazia solo perché Cruinne, ripresosi solo dopo qualche tempo dallo shock che le parole profonde del giovane redcap gli avevano provocato, lo aveva preso in disparte parlandogli gentilmente e pregandolo di non intervenire oltre ed andare invece ad avvertire Benion di quanto stava accadendo.

Al sidhe era così sfuggito lo sguardo che Thora e Eren si erano scambiati, tristi, nel guardarlo allontanare con Krot ma non era sfuggito a Chrunadh, che intercettò lo sguardo dei suoi sottoposti rispondendo ad una loro domanda mentale con solenne cenno di capo, socchiudendo appena gli occhi.
Pur con riluttanza, il redcap aveva obbedito al suo amato lord Cruinne, trotterellando fuori borbottando veementemente tutto il suo disappunto verso «l'asino cornuto».
Quando tutto fu finito, e la corte si era infine congedata con un piano comune guadagnato con molta fatica, Cruinne espirò lentamente e svanì in un turbine di neve, silenzioso...

«Se le tempeste vengono provocate dal battito d'ali delle farfalle come suggerisce la teoria del caos,
forse potremmo eliminare gli uragani uccidendo tutte le farfalle.»




Un tuono risuonò cupo nella notte più buia, mentre nuvole foriere di tempesta si addensavano sui boschi.
I contadini che abitavano nei dintorni di Helm's Hold si svegliarono di scatto, il cielo buio rischiarato dai fulmini. I boati del cielo non sembravano promettere nulla di buono.
Si prospettava una pioggia torrenziale...


♪♫♪♪ soundtrack ♪♫♪♪ (Mario non ascoltare che ti si urta il palato musicale  Roll Eyes)
«Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.»




Respirava lentamente, aspettando il sorgere dell'alba.
Il male si era diffuso più di quanto avesse immaginato.
Aveva bisogno di riflettere.
Era da molto che non tornava in quel posto specifico di Pelvuria, il Grande Ghiacciaio del nord.
La neve copriva totalmente il suolo, ed il lago al centro della radura ghiacciata era immoto sotto il ghiaccio, seppur lui potesse sentirne il canto che lo salutava.
Questa volta gli sembrava triste, ma forse era solo una sua proiezione.
Il pensiero di Cruinne scivolò ad un tempo remoto, quando ancora le razze giovani non abitavano quelle terre; quando millenni addietro sua madre Aisling lo aveva portato a conoscere le sue origini. All'epoca era poco più di un bambino, e poco conosceva del passato di quella donna algida e fiera che con lui era sempre sorridente, gentile e giocosa. Non la conosceva come la duchessa di Tír na Reo, Generale Supremo della armate di Lord Nowë, Granduca di Firloch, Primo Consigliere della Regina Bianca Vivienne e suo Custode dei Patti.
Per lui era solo mamma.
Una lacrima gli solcò il viso.
Perchè era li? Cosa lo portava nei luoghi del suo passato?
"Sapevo di trovarti qui"
La voce profonda lo sorprese, anche se non avrebbe dovuto.
Alla prima, seguirono altre lacrime, lucide come cristalli di ghiaccio, splendenti come neve. Silenziose come i singhiozzi che da millenni aveva imparato a reprimere.
Mai essere debole. Mai mostrare emozioni.
Il sidhe non si voltò, non aveva la forza di fronteggiare il suo amico, nemmeno in effige.
"Mi dispiace." Continuò la voce, cupa e addolorata. "Sarei dovuto essere qui."
Il cielo sembrò incupirsi a quelle parole, come a fargli eco.
Quella frase ebbe, però, il potere di strappargli un sorriso amaro.
Se avesse mai chiesto alle persone che erano state nel suo consiglio ristretto poche ore prima se la Tempesta che Avanza si scusava mai, non avrebbero esitato un attimo a rispondere che no, non si scusava mai.
Cruinne sospirò tristemente. Forse era vero, la Tempesta che Avanza non si scusa.
Chrunadh si.
Almeno in effige, si ripeté. Quello non era Chrunadh. Era una sua copia, per quanto simile, ben lontana dall'essere perfetta.
La tristezza lo pervase nuovamente, insinuandosi in profondità come insidiose lingue d'ombra...

Espirò, e lentamente lasciò che il freddo di quella terra lo pervadesse.
Aveva bisogno di essere lucido.
Aveva bisogno di qualcosa, di un'ancora, di qualcosa che gli desse la forza di combattere ancora in quel buio, in mezzo a tutta quell'oscurità e quella solitudine.
Cosa guida, dopotutto, le stelle, quando si sono perse?
Un pensiero di speranza.

Inaspettate, gli balenarono alla mente le immagini dei quattro ragazzi che aveva mandato a Helm's Hold ad indagare.
Gli occhi scuri con zaffiri incastonati del giovane ed antico figlio del ghiaccio rubato dal Nemico, il sorriso giovane e intelligente del ragazzino Chondath dall'insaziabile curiosità, la schiettezza rustica e sincera dell'altro ragazzo Chondath dal grande cuore, e lo sguardo antico e ferito della stella dalle ali spezzate.
Qualcosa gli si accese dentro, un fuoco che credeva di aver dimenticato.
Altre immagini seguirono: Krot che gli sorrideva saltando felice quando aveva scoperto del suo ritorno, lo sguardo di speranza che Thora ed Eren avevano avuto nel vederlo tornare con Chrunadh, Benion che lo aveva cazziato come prima cosa per essere tornato tardi e male (il suo modo standard di dimostrare affetto  Roll Eyes), la fiducia incondizionata di Ergie, Ljosadis che lo attendeva imperturbabile, Kozel, Silín, Tao, Laindessiel, Thora, Eren...
"Hanno bisogno di me"

Dinnanzi a lui, il lago ghiacciato si sciolse, increspandosi appena, mentre il Lord si avvicinava ad esso con passo deciso, specchiandovisi.
La prima immagine che vide fu la sua sormontata dall'imponente figura di Chrunadh, a protezione.
Non poté impedirsi dal sentirsene sollevato.
Per un momento, in quell'immagine, rivide un barlume del passato in cui tutto era stato possibile.
"Fa che diventi il futuro..."

Proprio in quel momento il primo raggio di luce di una pallida alba si rifranse roseo nelle acqua, increspando di nuovo le acque, e l'immagine cambio in un baluginare di aurora.
Cruinne sentì pervadersi dalla calmante e familiare sensazione del freddo.
Chiuse gli occhi, e quando li riaprì erano cristalli lucenti.
Dietro di lui avvertì che il simulacro di Chrunadh si corrucciava.
"Starò bene" Gli assicurò, mentendogli per la prima volta.
Dopotutto, una cosa gli aveva insegnato la sua vita: la sofferenza è parte del viaggio...

«Neve che turbini in alto e avvolgi
Le cose di un tacito manto
Neve che cadi dall’alto e noi copri
Coprici ancora, all’infinito: imbianca
La città con le case, con le chiese
Il porto con le navi
Le distese dei prati.»





All'alba, i cittadini di Helm's Hold furono sorpresi dalla coltre di neve che ricopriva il terreno, lieve, come a voler cancellare nel suo ovattato silenzio il fragore della notte tempestosa.
I contadini, perplessi, non sapevano se rincuorarsi o affrettarsi a capire se i raccolti ne fossero stati lesi.
Miracolosamente, non riscontrarono nessun danno.
Di lontano, i rintocchi cupi del campanile Helmita si facevano sentire lenti e solenni, unico elemento di rottura nel silenzio di quel mattino terso.
« Ultima modifica: Ottobre 30, 2024, 06:50:27 pm da Jarlaxle » Registrato

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