«Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.»Respirava lentamente, aspettando il sorgere dell'alba.
Il male si era diffuso più di quanto avesse immaginato.
Aveva bisogno di riflettere.
Era da molto che non tornava in quel posto specifico di Pelvuria, il Grande Ghiacciaio del nord.
La neve copriva totalmente il suolo, ed il lago al centro della radura ghiacciata era immoto sotto il ghiaccio, seppur lui potesse sentirne il canto che lo salutava.
Questa volta gli sembrava triste, ma forse era solo una sua proiezione.
Il pensiero di Cruinne scivolò ad un tempo remoto, quando ancora le razze giovani non abitavano quelle terre; quando millenni addietro sua madre Aisling lo aveva portato a conoscere le sue origini. All'epoca era poco più di un bambino, e poco conosceva del passato di quella donna algida e fiera che con lui era sempre sorridente, gentile e giocosa. Non la conosceva come la duchessa di Tír na Reo, Generale Supremo della armate di Lord Nowë, Granduca di Firloch, Primo Consigliere della Regina Bianca Vivienne e suo Custode dei Patti.
Per lui era solo mamma.
Una lacrima gli solcò il viso.
Perchè era li? Cosa lo portava nei luoghi del suo passato?
"Sapevo di trovarti qui" La voce profonda lo sorprese, anche se non avrebbe dovuto.
Alla prima, seguirono altre lacrime, lucide come cristalli di ghiaccio, splendenti come neve. Silenziose come i singhiozzi che da millenni aveva imparato a reprimere.
Mai essere debole. Mai mostrare emozioni.
Il sidhe non si voltò, non aveva la forza di fronteggiare il suo amico, nemmeno in effige.
"Mi dispiace." Continuò la voce, cupa e addolorata.
"Sarei dovuto essere qui." Il cielo sembrò incupirsi a quelle parole, come a fargli eco.
Quella frase ebbe, però, il potere di strappargli un sorriso amaro.
Se avesse mai chiesto alle persone che erano state nel suo consiglio ristretto poche ore prima se la
Tempesta che Avanza si scusava mai, non avrebbero esitato un attimo a rispondere che no, non si scusava mai.
Cruinne sospirò tristemente. Forse era vero, la
Tempesta che Avanza non si scusa.
Chrunadh si.
Almeno in effige, si ripeté. Quello non era Chrunadh. Era una sua copia, per quanto simile, ben lontana dall'essere perfetta.
La tristezza lo pervase nuovamente, insinuandosi in profondità come insidiose lingue d'ombra...
Espirò, e lentamente lasciò che il freddo di quella terra lo pervadesse.
Aveva bisogno di essere lucido.
Aveva bisogno di qualcosa, di un'ancora, di qualcosa che gli desse la forza di combattere ancora in quel buio, in mezzo a tutta quell'oscurità e quella solitudine.
Cosa guida, dopotutto, le stelle, quando si sono perse?
Un pensiero di speranza.
Inaspettate, gli balenarono alla mente le immagini dei quattro ragazzi che aveva mandato a Helm's Hold ad indagare.
Gli occhi scuri con zaffiri incastonati del giovane ed antico figlio del ghiaccio rubato dal Nemico, il sorriso giovane e intelligente del ragazzino Chondath dall'insaziabile curiosità, la schiettezza rustica e sincera dell'altro ragazzo Chondath dal grande cuore, e lo sguardo antico e ferito della stella dalle ali spezzate.
Qualcosa gli si accese dentro, un fuoco che credeva di aver dimenticato.
Altre immagini seguirono: Krot che gli sorrideva saltando felice quando aveva scoperto del suo ritorno, lo sguardo di speranza che Thora ed Eren avevano avuto nel vederlo tornare con Chrunadh, Benion che lo aveva cazziato come prima cosa per essere tornato tardi e male (il suo modo standard di dimostrare affetto
), la fiducia incondizionata di Ergie, Ljosadis che lo attendeva imperturbabile, Kozel, Silín, Tao, Laindessiel, Thora, Eren...
"Hanno bisogno di me"Dinnanzi a lui, il lago ghiacciato si sciolse, increspandosi appena, mentre il Lord si avvicinava ad esso con passo deciso, specchiandovisi.
La prima immagine che vide fu la sua sormontata dall'imponente figura di Chrunadh, a protezione.
Non poté impedirsi dal sentirsene sollevato.
Per un momento, in quell'immagine, rivide un barlume del passato in cui tutto era stato possibile.
"Fa che diventi il futuro..."Proprio in quel momento il primo raggio di luce di una pallida alba si rifranse roseo nelle acqua, increspando di nuovo le acque, e l'immagine cambio in un baluginare di aurora.
Cruinne sentì pervadersi dalla calmante e familiare sensazione del freddo.
Chiuse gli occhi, e quando li riaprì erano cristalli lucenti.
Dietro di lui avvertì che il simulacro di Chrunadh si corrucciava.
"Starò bene" Gli assicurò, mentendogli per la prima volta.
Dopotutto, una cosa gli aveva insegnato la sua vita: la sofferenza è parte del viaggio...