Le fronde del giovane arbusto fremono leggermente al
soffiare della lieve brezza occidentale. Il tardo meriggio sta volgendo alla
sera, e il riflesso dorato sui fiori e le foglie si tinge di un rosso privo di
ogni rimpianto, ma felice di affiancare la sua luce alla candida corteccia.
L'infinito frinire di grilli, il cinguettio degli uccelli, il frusciare delle
foglie, lo scorrere dell'acqua: i suoni si uniscono in un unica musica che
circonda quell'angolo di pace dove da qualche tempo l'albero ha messo le sue
radici, riempiendo la valle di luce e di... risa.
Seduta a gambe incrociate sull'erba, Lalaith succhia distrattamente un lungo
stelo d'erba. I suoi splendenti occhi verdi viaggiano sul lago Iris,
riflettendone ogni sfumatura, quindi si spostano sulla valle tutt'attorno. Un
piccolo roditore le si avvicina alla mano e la annusa timidamente, e squittisce
di piacere quando lei gli rivolge un sorriso solare, tornando a rintanarsi
felice su un ramo dell'albero. Gli occhi dell'elfa si fissano quindi verso
Ovest, attirati da un sesto senso. Basta qualche attimo perchè da dietro un
cespuglio spunti una figura solitaria, che cammina lentamente verso di lei. Il
sorriso sul suo volto si allarga.
Evidentemente non si aspettava di trovarla li; in effetti neanche lei sa con
esattezza perchè è li...ma una farfalla-luce, guidata da uno spirito, le ha
portato un messaggio dell'Albero, dicendole di tornare li fuori. Dapprincipio
era rimasta un po' scettica: non voleva tornare al mondo materiale; nel suo
mondo di luce e linfa tutto è così straordinariamente bello che i ricordi del
mondo mortale, per quanto belli, sono stati presto obliati. Eppure se l'Albero
le ha detto di tornare li un motivo c'è. Mai avrebbe dubitato dell'Albero.
Dunque eccola qui, la giovane Lalaith, ferma a fissare con occhi splendenti la
figura incappucciata che la guarda a bocca aperta da pochi passi. Passano
diversi istanti di sorpresa prima che si decida ad inginocchiarsi davanti a lei.
Lalaith le sorride allegramente, interessata più che mai a quell'incontro. La
figura si toglie il cappuccio mostrando il viso di una splendida elfa, dagli
occhi e i capelli chiari come l'acqua e la sabbia dell'Iris, colti però da
un'espressione di sorpresa che non riesce a mascherare un forte turbamento.
-Lalaith!- sbotta con voce rotta e acuta la nuova arrivata
-Cosa...come
è possibile?-.
La giovane elfa inclina leggermente il capo, perplessa da quella domanda.
-Che cosa?- risponde ammiccando allegramente.
La perplessità sul viso dell'altra è evidente, ma dopo qualche attimo di
esitazione parla nuovamente, stavolta con voce chiara e cristallina, e felice.
-Cosa ci fai qui?- chiede con un sorriso.
Lalaith tira in fuori le labbra risucchiando il lungo stelo d'erba, quindi si
avvicina con fare sospetto all'altra e le sussurra:-Speravo me lo dicessi
tu-. Annuisce mentre si allontana, sorridendo all'espressione interrogativa
dell'altra.
-Io?Ma io non sapevo neanche...non pensavo...- La voce dell'elfa scende a
un sussurro, mentre il suo volto si spinge verso le acque placide del lago, che
già riflettono le stelle in un cielo scuro ma sereno. Rimangono così per diversi
istanti, con la più giovane intenta a fissare l'altra, finchè il silenzio non
viene nuovamente rotto dalla voce della nuova arrivata.
-Ero in cerca di...di un posto...dove stare in pace. Pensavo di essere sola
qui...non pensavo certo di trovare te!- i suoi occhi cercano lo sguardo di
Lalaith e incontrano due specchi chiari, cangianti, che sembrano quasi emanare
luce. Ad un esame più attento, tutto attorno a lei sembra brillare lievemente.
Anche lei stessa sembra emanare luce.
-Invece si- esclama ad un certo punto la voce limpida di Lalaith
-tu
ti aspettavi di trovarmi qui...per questo sei venuta...anche io aspettavo te,
benchè non lo sapessi-. Il suo sorriso è quanto di più sereno ci possa
essere nel mondo.
-Noi ti conosciamo- continua Lalaith,
-No anzi! Ti ho conosciuta,
certo!- Batte allegramente le mani -Vuoi venire con me ora, si?E' tanto
bello al di là, sarai felice, e conoscerai loro, e non vorrai più andare via-.
La giovane elfa allunga le mani verso l'altra, a palmi aperti, in un chiaro
invito.
La nuova arrivata la guarda interdetta per un attimo, quindi una fugace occhiata
intorno le rivela che la scelta l'ha fatta già da tempo. La luce già sta
invadendo il suo corpo, e tutt'attorno. La sera si sta trasformando in un
mattino sereno, senza ombre. Con un sorriso rilassato, scacciando via tutte le
pene dai suoi occhi, l'elfa si alza all'unisono con la sua compagna e le prende
le mani. In quel momento sente un tremito di esitazione nella presa dell'altra e
la guarda perplessa.
-Non ricordo come ti chiami- sussurra colpevole Lalaith.
La risata che sgorga dalla luce in cui ormai si è trasformata l'elfa è quanto di
più gioioso si possa udire nelle orecchie di uomini o spiriti. Quindi, con un
pensiero dolce come una carezza, la luce risponde alla giovane che un tempo è
stata un'elfa a sua volta:
-Il mio nome è Demetra-.